Rigetto di tutte le richieste e compensazione delle spese di giudizio. È un salomonico verdetto quello emesso dal giudice Federica Sacchetto nella controversia tra l'ex-sindaco della città di Bertha, il leghista Giuseppe Gallo, nel frattempo deceduto, e l'associazione "La Tenda", impegnata da una ventina d'anni nel campo dell'assistenza ai portatori di handicap.
Era stato il sodalizio, patrocinato dall'avvocato Biagio Pignatelli, a promuovere l'azione legale nei confronti dell'ex-sindaco sollecitando un risarcimento di 150 milioni. Oggetto del contendere le pesanti accuse contenute nel libro "Un sindaco nel pollaio di Bossi", una sorta di bilancio del quadriennio trascorso da Gallo sulla poltrona di sindaco. L'ex-sottufficiale di polizia non era stato tenero nei confronti dell'associazione. L'aveva definita "un sodalizio che recluta ragazzi disabili nei comuni contermini pur di accedere ai finanziamenti regionali". Secondo l'ex-sindaco la struttura sarebbe poi cresciuta a dismisura assumendo troppi dipendenti per potersi reggere con le proprie forze. A garantirne la sopravvivenza sarebbe stata la convenzione stipulata con l'allora Usl 21. Un sistema di finanziamento - denunciava Gallo - che avrebbe gravato in gran parte sul bilancio comunale.Nonostante i ripetuti inviti del giudice le parti non erano riuscite a raggiungere una conciliazione. Nonostante la disponibilità della "Tenda" ad "accontentarsi" di un risarcimento di dieci milioni e di una lettera di scuse. Per bocca del suo legale, l'avvocato Carlo Bermone, Gallo aveva però fatto sapere di non essere disponibile a scucire una lira, salvo la compensazione delle spese di giudizio.
Il giudice gli ha sostanzialmente dato ragione. Si sarebbe trattato di espressioni pesanti ma non talmente gravi da giungere alla soglia della punibilità. |