MONTEGROTTO. Proporsi come tramite fra Mostar e le istituzioni europee per favorire progetti di cooperazione che consentano alla municipalità della Bosnia-Erzegovina, con cui Montegrotto è gemellata, di decollare economicamente dopo anni di guerra civile.
Di questo parleranno gli amministratori sampietrini e i colleghi di Mostar nel corso della «tre giorni» di incontri che iniziano oggi per concludersi domenica (appuntamento principale, la tavola rotonda «Montegrotto-Mostar: un futuro di amicizia, risorse e sviluppo», domani al rustico di Villa Draghi).
Come si vede un progetto ambizioso che non è solo legato all'aspetto economico ma che vuole trascendere nel sociale offrendo occasione di crescita comune.
Folta la delegazione d'oltre Adriatico che verrà accolta dal sindaco Luca Claudio e dalla sua giunta: giungeranno infatti i sindaci delle sei municipalità (tre cristiane e altrettante musulmane), accompagnati dal responsabile dell'amministrazione centrale.
Quello di Mostar, infatti, è un delicatissimo assetto istituzionale, garantito dall'Unione Europea, che cerca di conciliare le esigenze di modernizzazione dell'area con gli inevitabili equilibrismi politico-diplomatici fra le varie etnie.
«Al punto - spiega Claudio - che spesso l'Ue, con la sua burocrazia, frena invece di favorire».
Soprattutto sul versante del rilancio delle infrastrutture industriali e artigianali. Da qui, l'idea della giunta sampietrina di porsi come «canale» privilegiato per favorire opportunità di investimento a Mostar.
Un primo risultato è stato finora raggiunto mettendo in contatto alcuni produttori locali della famosa «pietra d'Istria» con un distributore italiano a livello nazionale, grazie all'interessamento di Vanni Ceccarello, delegato per Montegrotto dell'Unione provinciale artigiani.
|