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Mercoledì 31/10/2001 - Mattino di Padova - Eugenio Garzotto

Molti abitanti delle vie Appia e Flaminia documentano gravi danni alle abitazioni

«I muri si stanno aprendo»

Sotto accusa un cantiere edile di Largo Traiano

Chiusura immediata del cantiere di largo Traiano. La chiede l'avvocato Giovanni Scuder a nome di undici residenti delle vicine vie Appia a Flaminia, per i gravi danni subìti dalle loro abitazioni e imputabili agli scavi iniziati ad agosto dall'impresa Cavagnis Costacurta per conto della Nuovo Centroverde Srl, proprietaria del terreno su cui dovrebbero sorgere tre condomini.

La missiva inviata alla ditta costruttrice, al sindaco Luca Claudio e ai vigili del fuoco, denuncia le gravi compromissioni alla staticità degli immobili causate dalle attività di aspirazione degli impianti Well-Point, che avrebbero provocato un cedimento del terreno. Gravi le conseguenze: ampie fessurazioni sui muri portanti e all'interno delle abitazioni e profonde crepe in pavimenti e soffitti. Una situazione assai poco tranquillizzante che, di fatto, si aggraverebbe di ora in ora.

«Piccoli problemi li registriamo da anni - racconta Giovanni Marchetti, che risiede al civico 19 di via Flaminia -, ma le cose sono peggiorate negli ultimi venti giorni. Lesioni a parte, un gradino della scala d'accesso di casa mia si è sbriciolato».

«Registriamo nuovi danni giorno dopo giorno - interviene Gianfranco Greggio, abitante in via Appia 20, che ha deciso di contattare un altro legale, l'avvocato Pierilario Troccolo -. Nella mia abitazione vi sono crepe così ampie da infilarci una mano. Io e mia moglie siamo davvero preoccupati. Tutto è cominciato a fine agosto, ad una settimana dall'entrata in funzione degli impianti di aspirazione del cantiere. Una sera ho sentito un botto così forte che ho pensato ai ladri. E ho trovato una fessura sul muro».

La situazione più grave appare comunque quella dell'abitazione della famiglia Corradin, al civico 1 sempre di via Appia. Non c'è stanza che non registri lesioni, soprattutto sul soffitto, che seguono le linee di fondazione dell'edificio. Vetrata e intelaiature della finestra della mansarda risultano addirittura piegate dal cedimento del terreno.

«Sia chiaro, non c'è rischio di crolli - tranquillizza l'architetto Agostino Guariento, residente anch'esso nel quartiere, - e sia l'impresa che la proprietà si sono dette disponibili ad accollarsi le spese di ristrutturazione. Ma per ora abbiamo solo una promessa verbale. Vogliamo qualcosa di scritto».

Da settimane si susseguono i sopralluoghi di vigili del fuoco e geologi. Ieri è stata depositata una perizia eseguita dallo studio Ronco-Mazza-Monfratti di Mirano, per conto della direzione dei lavori, i cui esiti appaiono decisamente in contrasto con i timori degli abitanti delle due vie: la situazione si starebbe normalizzando, con l'ormai definitivo assestamento del terreno. «Gli ultimi drenaggi - sottolinea l'architetto Roberto Rigodanzo, uno dei quattro direttori del cantiere - hanno rilevato che l'acqua è limpida e priva di sedimenti. Sono cessate le erosioni di terreno che potevano interessare la zona sottostante i fabbricati». Il sindaco Luca Claudio ha affidato all'ingegner Berlanda, esperto strutturista, un'ulteriore perizia geologica. Il Comune valuterà poi se chiudere il cantiere.

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