PADOVA. Il professor Aldo Costa, responsabile del Presidio Veterinario dell’Usl 16, descrive il piccolo coccodrillo trovato a Montegrotto con tenerezza. «E’ un cucciolo di 78 centimetri, ben alimentato e pasciuto e di un magnifico colore grigio-marrone. Quasi certamente è fuggito ad un proprietario che sa come accudire simili esemplari. Proprio per questo motivo lo invitiano a contattarci senza alcun timore. Spero solo che adesso non si apra un’assurda campagna contro gli animali esotici e pericolosi. Sotto l’ondata emotiva si possono infatti scatenare paure immotivate». Perché s’importano animali così esclusivi? E’ solo per fare del sensazionalismo, oppure esiste una motivazione più radicata e profonda? «La passione per gli animali sconosciuti è vecchia quanto il mondo. Gli antichi romani ne sanno qualcosa, avendo importato dall’Asia e dall’Africa serpenti, bestie feroci e quant’altro. Tale desiderio deve però sposarsi con la competenza, così da garantire tre requisiti fondamentali: sicurezza per se stessi, per gli altri e per gli animali. Non a caso, esistono precise normative su importazione, commercio e gestione degli esemplari esotici, soprattutto quelli considerati pericolosi». Come del resto succcede con l’anagrafe canina.... «In un certo senso sì. Tramite l’anagrafe canina, come recita la legge 281 del 1991, sappiamo con precisione quanti cani esistono, chi li possiede e di che razza sono. Per custodire animali esotici o pericolosi, bisogna fare richiesta alla Prefettura che accerta se l’aspirante-proprietario possiede competenza e luoghi idonei per tenerli. Solo a quel punto, di conserto con il presidio veterinario competente per territorio, viene rilasciata l’autorizzazione». Quali sono i criteri generali che vanno comunque salvaguardati, al di là della preparazione specifica del singolo allevatore? «Anzitutto la salvaguardia della specie nel territorio d’origine, L’importazione è pertanto consentita soltanto per un determninato tipo di animali, e non già per quelli considerati in estinzione. Nel contempo va però salvaguardato il principio che garantisce la sicurezza della fauna autoctona. L’esempio delle nutrie, anch’esse d’importazione, appare eloquente: hanno da tempo colonizzato i nostri argini producendo danni a non finire. Lo stesso discorso vale per il pesce-siluro e, in Germania, per l’orsetto scavatore. Si può fare tutto, ma con equilibrio e misura». Quale sarebbe il luogo più adatto per custodire questo «simpatico» coccodrillo uscito di notte a...prendere un po’ d’aria? «Dovrebbe stare in una grande gabbia, metà a terra e metà nell’acqua. Spero di non sbagliarmi, ma il proprietario potrebbe aver sistemato il... cucciolo così, visto com’era ben tenuto e nutrito. Qualora invece non si facesse vivo nessuno, spetterebbe al Corpo della Forestale trovargli un’adeguata sistemazione. L’ideale per lui sarebbe un parco zoofilo». Ricorda qualche altro ritrovamento curioso? «Quello di un serpente erroneamente scambiato per il velenosissimo «corallo» e ucciso, dal momento che evidenziava gli stessi colori (bianco, rosso e nero), pur se distribuiti in modo diverso. Invece era innocuo. Ma chi lo ammazzò non poteva saperlo». |