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Domenica 28/10/2001 - Gazzettino - Luca Ingegneri

Finora danni per centinaia di milioni alle abitazioni in via Appia e via Flaminia, vicine ad un cantiere edile

Crepe nei muri, paura per dodici famiglie Secondo i pompieri il cedimento del terreno è dovuto agli scavi sotto tre condomini. Per la ditta è tutto sotto controllo

Crepe della larghezza di tre centimetri sui muri, profonde fessurazioni alle strutture portanti, addirittura pavimenti che si scollano dalle fondamenta. E' un incubo quello in cui è piombata una dozzina di famiglie di via Appia e via Flaminia. Il tranquillo quartiere, composto in prevalenza da casette a schiera, è stato attraversato da una specie di ciclone che ha provocato danni alle abitazioni quantificabili fin d'ora in centinaia di milioni. L'origine del dissesto geologico viene attribuita al vicino cantiere, dove sono in corso i lavori di realizzazione del piano particolareggiato di largo Traiano. L'impresa Cavagnis Costacurta sta realizzando per conto della società Nuovo Centroverde Srl, con sede a Mirano, le fondazioni di tre condomini, per una settantina di appartamenti. A luglio sono iniziati gli scavi sotto il piano campagna. L'utilizzo degli impianti di aspirazione Well-Point ha avuto effetti devastanti per il sottosuolo circostante. Oltre ad un apprezzabile abbassamento del terreno si sono verificati gravi cedimenti alle fondamenta e alle strutture portanti delle abitazioni. Gli immobili hanno subito crepe di dimensioni oscillanti tra i due e i tre centimetri. Sono spuntate inoltre diverse fessure inclinate, in prevalenza agli angoli delle porte e delle finestre. L'1 ottobre scorso è stato sollecitato un sopralluogo dei vigili del fuoco di Padova. I timori dei residenti erano fondati. Dalla verifica statica è emerso che le abitazioni sono state danneggiate da un abbassamento del terreno, in quella zona prevalentemente argilloso. Secondo i pompieri il cedimento delle fondazioni potrebbe addirittura mettere a repentaglio l'incolumità delle famiglie. Su invito degli stessi vigili del fuoco il sindaco Luca Claudio ha diffidato l'impresa costruttrice ed il direttore dei lavori, l'architetto aponense Roberto Rigodanzo, a "compiere un accurato monitoraggio sia dell'evoluzione fessurativa che del movimento del terreno". Nel sopralluogo al cantiere del 3 ottobre è stata decisa l'installazione di "vetrini" di monitoraggio in corrispondenza delle lesioni di maggiore gravità per un'attenta valutazione dei movimenti in atto. Contemporaneamente è stata eseguita una consulenza tecnico-geologica dagli esiti sorprendenti. E' lo stesso direttore dei lavori ad affermarlo: «Le dimensioni ed il carattere delle fessurazioni rilevate - scrive Rigodanzo al sindaco - non destano pericolo per i fabbricati». Una replica pilatesca che ha convinto uno dei proprietari delle case danneggiate a passare al contrattacco. Domattina il suo legale, l'avvocato Pierilario Troccolo, presenterà un esposto in Procura per danneggiamenti chiedendo nel contempo il blocco dei lavori ed il sequestro del cantiere. E' stata già redatta anche una consulenza di parte. Secondo l'ingegner Sergio Matteoda il danno poteva essere evitato "mediante l'infissione di diaframmi disposti perimetralmente a tutta l'area di scavo per limitare smottamenti e abbassamenti dei terreni"

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