Si sono accapigliati per un paio d'ore su bandiere e striscioni offrendo una pessima immagine alla cittadinanza presente in aula. E finendo poi per non assumere alcuna decisione. Maggioranza e opposizione hanno toccato il fondo in un dibattito consiliare sconclusionato, infarcito di battibecchi e scambi di accuse al limite della maleducazione. E dire che si discuteva di pace.
A dare fuoco alle polveri è stata la mozione proposta dall'ex-sindaco Elvio Cognolato. L'esponente ulivista sollecitava l'adesione alla campagna "Pace da tutti i balconi" invitando il sindaco ad esporre il vessillo arcobaleno sulla facciata del palazzo municipale «in deroga a quanto stabilito da eventuali precedenti norme e disposizioni comunali». Palpabile l'imbarazzo tra le file della maggioranza di centrodestra, decisa a bocciare la mozione. La circolare diramata dal segretario generale della presidenza del Consiglio dei Ministri avvisa infatti gli amministratori che c'è il rischio di incorrere in una denuncia penale per vilipendio al tricolore e abuso d'ufficio.
Sindaco, assessori e consiglieri della Casa delle Libertà hanno fatto capire a chiare lettere di non avere alcuna intenzione di finire nel mirino della magistratura per la bandiera della pace. La successiva proposta del capogruppo di maggioranza Arcangelo Asquino sembrava però aver messo d'accordo i contendenti. Il consigliere forzista ha suggerito di sostituire la bandiera con uno striscione su cui campeggiasse la scritta "La città di Montegrotto è a favore della pace". Il messaggio doveva accogliere ospiti e residenti in transito in piazza Roma, almeno fino a quando la minaccia di guerra non fosse stata scongiurata. Il costo dell'iniziativa sarebbe stato sostenuto con il gettone di presenza dei consiglieri.
Pace fatta? Manco per idea. La proposta di Asquino è stata impallinata dal suo stesso gruppo consiliare. Sei i voti a favore della mozione (tre dell'opposizione ulivista oltre ai consiglieri della CdL Asquino, Valandro e Tasinato), nove i contrari (sette della maggioranza più i leghisti Aldo e Gisella Trescato), astenuta Bresciani (Forza Italia). Morale della favola: bandiera e striscione rimarranno in un cassetto. |