MONTEGROTTO. Rischia di dover chiudere i battenti Massimo Sacchiero, il gestore del bar, di proprietà comunale, all'interno del rustico di villa Draghi. L'esercente, negli ultimi sei mesi, non ha versato le rate mensili d'affitto. Con un mancato introito, per il Comune, di oltre 9.000 euro, interessi esclusi. Pochi giorni fa è stato comunicato a Sacchiero l'avvio del procedimento di rescissione del contratto. Il gestore del locale avrà trenta giorni per presentare le controdeduzioni. Ed eventualmente prospettare all'amministrazione un piano finanziario per saldare il debito. Solo in quel caso l'ente locale potrebbe tornare sui propri passi. Ma si tratta, al momento, di un'eventualità remota. Il locale del rustico di Villa Draghi ha sempre avuto un esistenza travagliata. Prima dell'attuale gestore, anche il fratello Stefano aveva incontrato le medesime difficoltà. A causa, principalmente, di un canone d'affitto assai elevato per il volume d'affari del piccolo locale, pari a 36 milioni milioni di vecchie lire all'anno. Questa la cifra prevista dal primo contratto, siglato con la giunta Cognolato. Vista l'impossibilità di fare quadrare i conti, i fratelli Sacchiero avevano a più riprese chiesto un abbassamento del canone. La nuova amministrazione guidata da Luca Claudio aveva cercato di venire incontro alle esigenze degli esercenti, riducendo la quota annua del 50 per cento. In cambio, Massimo Sacchiero avrebbe anche dovuto provvedere alla pulizia delle aree esterne al piccolo chiosco e della sale superiori, adibite a incontri ed esposizioni. Le nuove clausole non hanno però impedito che la già precaria situazione finanziaria si aggravasse. E così, come esplicitamente prescritto dal contratto, dopo un'inadempienza di pagamento protrattasi per sei mesi (il termine ultimo è formalmente scaduto lo scorso 10 febbraio) è partito l'iter per la rescissione del contratto.
Resta ora da vedere se, nell'arco di questi trenta giorni, il gestore riuscirà a versare quanto dovuto oppure dovrà fare definitivamente le valigie. |