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La rassegna stampa tutti gli articoli relativi a Montegrotto Terme apparsi sul Mattino di Padova e sul Gazzettino edizione di Padova

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Giovedì 13/02/2003 - Mattino di Padova - Adalgisa Bedin Montegrotto

Una piccola ma forte voce contro l'inquinamento

Quando, un anno e mezzo fa, venni ad abitare qui nel Parco Colli, c'era una realtà ricca di conifere centenarie, in più di un giardino. Ultimamente, nel giro di due-tre mesi, sono scomparse. Sembra che tanti, troppi, si siano messi d'accordo per eliminare in breve ciò che ha impiegato 100-200 anni per crescere. Pensavo di aver trovato l'aria buona e, invece, mi soffoco per i troppi fumi prodotti dai falò che i contadini accendono giorno e notte per eliminare di tutto: ramaglie, gomma, plastica... con esalazioni che si possono facilmente immaginare.

In Comune mi danno ragione: «Non si può!», si tuona con indignazione, tanto per darmi il contentino. Ma chi vigila affinché il «non si può» ossia la «legge» venga osservata? Non penso di vedere solo io i falò, né di avere solo io la casa appestata! (Per chi fosse incuriosito, ho dei filtri che documentano quant'è pulita l'aria in casa mia). Tutti sanno, tutti vedono, tutti tacciono. Nessuno si espone, per il quieto vivere, ma contenti se altri lo fanno risolvendo anche a loro il problema. Così il Comune mi rimanda alla Provincia, e in Provincia, telefonando, vengo rimandata ad un altro numero, che a sua volta mi rimanda ad un altro ancora, al quale... nessuno risponde! E' esasperante! Se qualcuno mette l'auto in divieto di sosta... tac!, sbuca il vigile, scatta la multa senza che nessuno lo chiami, ma altrettanta solerzia non c'è per tutelare l'ambiente e la salute di tutti. Si parla tanto di ecologia, salvaguardia dell'ambiente, tutela della qualità dell'aria, tutte belle teorie che si fermano soltanto sulla carta. Chi usa il metano per il riscaldamento deve essere in regola con l'emissione dei fumi, ma chi si scalda ancora con le stufe a legna (per risparmiare) può lanciare nell'aria con leggerezza i propri fumi neri e maleodoranti, visto che insieme alla legna spesso finiscono anche i sacchetti di plastica. Per questi non c'è l'obbligo di non inquinare?

Da quando abito in questa zona fortunata (io provengo dall'inquinatissima Padova) sono piena di catarro e di tosse, ho mal di testa, senso di soffocamento, bruciore agli occhi e, se oso manifestare il mio disappunto agli autori di tanto benessere, mi sento rispondere: «Come coltivatore diretto, posso fare quello che voglio!». Si sa, al mondo la vincono gli arroganti e i prepotenti e agli altri non resta che soccombere con la soddisfazione di aver ragione. Il bello è che chi elimina i suoi rifiuti appestando l'aria, gode di una riduzione sulla tassa asporto rifiuti e il più bello ancora è che in zona c'è l'isola ecologica dove si farebbe presto a conferire gli scarti! Ma chi riesce ad educare chi si crede nel giusto perché ha sempre fatto così? Probabilmente questa mia lettera farà sorridere con sufficienza: che cosa può una piccola voce isolata? Ma almeno l'avrò fatta sentire, la mia piccola voce, uscendo dal gregge di coloro che brontolano e si nascondono.

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