Una filippica di trenta minuti veemente, a tratti rabbiosa, ma allusiva, sempre sul filo delle accuse a mezza bocca, avvolte in una cortina fumosa. Tutto per dare di sé l'immagine di un politico coraggioso «fatto fuori» dal suo stesso sindaco perché in contrasto con programmi decisi da un gruppetto di politici locali a scapito degli interessi della città. Senza però mai fare un nome o un cognome che permettesse di risalire a questa «lobby».
Dovevano essere rivelazioni «bomba», quelle dell'ex assessore Nicola Pellizzari (nella foto), rischiano di rivelarsi un petardo. L'altra sera, in una sala consiliare gremita dopo il formale annuncio del sindaco Luca Claudio del ritiro delle deleghe all'esponente dell'Udc, estromesso dalla giunta il 31 dicembre scorso (ufficialmente per «rottura del rapporto fiduciario»), Pellizzari ha preso la parola per dire la «sua» verità. «Sono stato tentato di non venire - ha esordito - anche se poi ho cambiato idea su richiesta di molti cittadini, nonostante mi siano giunti messaggi in cui mi si avvertiva di stare attento a quello che avrei detto questa sera, perché me ne sarei potuto pentire». E' stato solo il primo di una serie di messaggi «criptati». «Questa amministrazione - ha proseguito - ha mantenuto poco di quanto promesso, vi sono stati solo incontri con i cittadini "amici". Più volte mi sono trovato ad esprimere posizioni diverse, ma alla fine non ho mai votato contro. Mi sono stato rinfacciati rapporti con Bartolomeo Tribuna (il dirigente didattico dell'istituto comprensivo di Montegrotto, ex assessore della giunta Cognolato, ndr), come sono stato accusato di non aver saputo gestire le manifestazioni natalizie. Ma è stato il sindaco a ordinarmi di non occuparmene, delegando tutto al suo vice Paola Greggio». Pellizzari ha poi fatto cenno alla passata edizione della Leggenda di Bertha: «Sono stati spesi ufficialmente cento milioni di lire, ma non mi è mai stata fatta vedere la rendicontazione». Non sono poi mancati i riferimenti dell'ex assessore alla nuova variante al Prg. Pellizzari ha parlato di «consiglieri con interessi nel Piano», «trattative parallele», «termini di accordo ancora sconosciuti» e «voci su parecchi studi di progettazione entrati in fibrillazione». Una raffica di allusioni, senza mai entrare nel merito. Ha infine abbandonato l'aula, dichiarando che non parteciparà più alle riunioni del Consiglio, fino a quando i vertici provinciali del suo partito non avranno preso posizione. Brutta pagina per Montegrotto. |