MONTEGROTTO. A Montegrotto è ormai emergenza abitativa, per le fasce più deboli. Sono ben ottanta le richieste pervenute nel 2002 agli uffici comunali da parte di nuclei familiari che hanno assoluta necessità di un alloggio. Diciotto in più, rispetto a quelle registrate nel 2001. Sessantadue richieste sulle quali è stata redatta la graduatoria per l'assegnazione dei diciotto alloggi Ater di via Gramsci, nel quartiere di Mezzavia, ormai ultimati. Purtroppo, però, la consegna degli appartamenti è bloccata. L'Ater non ha ancora concluso le procedure per ottenere l'abitabilità e l'accatastamento - un obbligo a suo carico previsto da una convenzione con il Comune.
Nel frattempo, la situazione si fa sempre più critica per numerose famiglie, alcune con uno sfratto esecutivo imminente. Per questo motivo da giorni si presentano negli uffici del Comune per sapere quando potranno entrare nell'abitazione che è stata loro assegnata. «Siamo ormai in ritardo di oltre un mese sui tempi previsti - ammette il sindaco Luca Claudio -. Ho immediatamente sollecitato l'Ater e il suo presidente, il dottor Drago, perché adempia a questi obblighi nel più breve tempo possibile. L'Ater mi ha parlato di piccoli problemi burocratici che stanno per essere risolti».
Claudio conta di sbloccare la situazione nel giro di pochi giorni. «Speriamo di consegnare le prime chiavi a partire dalla prossima settimana». Sul fronte, poi, dei sostegni finanziari a persone in difficoltà (non solo abitativa), l'ente locale comunica di avere elargito, in tutto il 2002, contributi per 46.000 euro. Una cifra proveniente dall'erario comunale che va ad aggiungersi alle somme distribuite, attraverso la Regione, dal Fondo sociale per l'affitto istituito con la Finanziaria del '98. Mentre però i soldi del Fondo sono impegnati solo a coprire parte delle spese di locazione per le fasce più disagiate, i contributi comunali si riferiscono anche a voci come il vestiario, l'alimentazione e le spese mediche. I Servizi sociali del Comune hanno fino a questo momento censito una una sessantina di situazioni «a rischio»: dalle magre pensioni che non consentono di far quadrare il bilancio familiare di persone anziane, alla difficoltà di comperare le medicine; dalle più complesse situazioni di disagio psichico e sociale all'ufficiale giudiziario che bussa alla porta per la procedura di sfratto. «Nel bilancio che stiamo redigendo saremo probabilmente costretti a fare alcuni tagli - conclude il sindaco Luca Claudio -. Ma comunque, non nel settore sociale. Che, per noi, resta una priorità ineludibile». |