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Giovedì 09/01/2003 - Gazzettino - Luca Ingegneri

MONTEGROTTO L'Amministrazione comunale intenzionata a realizzare un sistema di recupero energetico ambientale tramite l'acqua estratta dal sottosuolo

Edifici e case riscaldati con acqua termale

L'assessore Bordin: si accederà ad un fondo di rotazione per la fase progettuale. Risparmio e meno inquinamento

Utilizzare la risorsa termale come fonte di energia. E' il rivoluzionario progetto avviato dall'amministrazione sampietrina. La giunta comunale ha approvato gli indirizzi per la realizzazione di un sistema di recupero energetico ambientale che prevede il salvataggio del calore residuo dell'acqua calda estratta dal sottosuolo ed il suo impiego per il riscaldamento degli edifici, sia pubblici che privati. "E' un'opportunità - dichiara l'assessore Massimo Bordin - di utilizzo di un elemento naturale non inquinante al posto del gasolio, che ci consentirebbe di diminuire l'emissione di gas in atmosfera. Crediamo sia un sostanziale passo avanti nell'ottica di un sempre maggiore rispetto dell'ambiente". Il Comune procederà a breve all'individuazione del tecnico in grado di redigere uno studio di fattibilità. Occorre infatti un progetto di massima per poter concorrere all'assegnazione dei contributi stanziati dal Ministero dell'Ambiente e dalla Comunità Europea. In questa fase preliminare l'amministrazione non dovrà allargare i cordoni della borsa. Si accederà infatti al fondo di rotazione della Cassa Depositi e Prestiti che anticipa le risorse necessarie (circa 36.000 euro) alla progettazione.L'operazione potrebbe coinvolgere l'intero territorio comunale. L'emungimento di acqua termale da parte degli stabilimenti alberghieri avviene attualmente in diverse zone. Dal sottosuolo fuoriesce ad una temperatura oscillante tra i 70 e gli 80°. Una volta adoperata per gli scopi terapeutico-termali, l'acqua viene espulsa come refluo ad una temperatura di 40°. E' in questa fase che si potrebbe procedere, mediante tecnologie appropriate, al recupero di parte del calore da utilizzare poi per il riscaldamento. Lo studio di fattibilità dovrà chiarire cinque aspetti: la definizione dei soggetti produttori, il tipo di utenza destinataria del servizio, la tecnica del sistema di recupero energetico, la predisposizione di una rete di teleriscaldamento, la valutazione energetico-ambientale su costi e benefici dell'intera operazione. "Crediamo si possa ottenere un risparmio sulle spese di riscaldamento (il Comune spende circa 75.000 euro l'anno, ndr) - precisa Bordin - ma ci premono maggiormente le finalità ecologiche dell'operazione".

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