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La rassegna stampa tutti gli articoli relativi a Montegrotto Terme apparsi sul Mattino di Padova e sul Gazzettino edizione di Padova

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Venerdì 10/01/2003 - Mattino di Padova - Cristina Genesin

Chiesta l'archiviazione per le crepe

Secondo il pm il cantiere di largo Traiano non ha provocato danni e fessurazioni nelle case di via Appia e via Flaminia
I CEDIMENTI A MONTEGROTTO

MONTEGROTTO. Il pm di Padova Maria D'Arpa ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta sul cantiere di Largo Traiano, a Montegrotto. Il sospetto era che una serie di lavori per la costruzione di un complesso residenziale avessero provocato crepe e fessurazioni nelle abitazioni di alcune vie limitrofe. Ma la perizia affidata lo scorso aprile dal gip Rita Bortolotti ad un pool di esperti sembra aver sgombrato il campo da ogni dubbio tanto da convincere la pubblica accusa ad archiviare l'accusa di disastro colposo nei confronti dei sei indagati: l'architetto Massimiliano Reginato, di Padova, e l'ingegnere Daniele Pillan, di Albignasego; gli architetti Roberto Rigodanzo, di Abano Terme, e Michele Galesso, pure di Abano, (direttori dei lavori); il legale rappresentante dell'impresa edile «Cavagnis Costacurta Spa», Giacomo Cavagnis, di Padova; e infine l'architetto Piero Mazza, di Mirano, progettista. Nell'agosto del 2001 erano stati avviati i lavori di scavo dall'impresa Cavagnis Costacurta per la realizzazione di tre condomini su un terreno della società «Nuovo Centroverde». Durante i lavori di estrazione dell'acqua dalla falda, mediante dei well-point, con l'obiettivo di prosciugare l'area in vista della realizzazione dei garage sotterranei, sarebbero emersi dei problemi. In particolare danni erano stati lamentati dagli abitanti di via Appia e Flaminia. Lo scorso settembre i tre tecnici nominati dal giudice (i professori Claudio Ceccoli, Marco Savoia e Guido Gottardi della facoltà di Ingegneria dell'Università di Bologna) sono arrivati alla conclusione che il prosciugamento della falda avrebbe provocato cedimenti sensibili nel terreno solo in un raggio di 100 metri intorno al cantiere, mentre meno del 10 per cento delle case di via Appia e Flaminia sarebbero state danneggiate in modo significativo. Tutte case con difetti di fabbricazione per fondazioni inadeguate o non idonei giunti fra corpi di fabbrica sovrapposti nel tempo. Adesso la decisione sull'archiviazione spetta al gip Bortolotti. Insoddisfatto il Comitato di cittadini che da mesi ha aperto una vertenza con l'impresa Costacurta e la società Nuovo Centroverde: «Nel corso di accertamenti eseguiti dai nostri periti gli edifici lesionati risultavano ben ventisei. Davvero troppi...».

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