MONTEGROTTO I titolari prendono ogni tipo di precauzione contro la criminalità, ma non si sentono affatto protetti
Ristoranti "bersaglio" della malavita
L’incursione dell’altra notte alla trattoria Da Nicola ripropone il problema nella sua allarmante gravità
Il raid vandalico dell'altra notte ai danni della trattoria "Da Nicola" non ha colto di sorpresa i ristorantori della città di Bertha. Che sanno perfettamente di essere obiettivi ad alto rischio. In passato qualcuno di loro ha già dovuto fare i conti con la delinquenza locale.E' il caso di Mario Gomiero, proprietario del ristorante di corso Terme: "Mia sorella - racconta - gestisce la Frutteria di Torreglia dove si sono verificate due rapine e un terzo tentativo è andato fortunatamente a vuoto. In un'occasione mi trovavo anch'io nel locale". Gomiero ha assunto mille precauzioni. Si è dotato di una centralina che rileva presenze sospette. Di notte l'ingresso posteriore e la veranda sono presidiati da due pastori maremmani.Gestendo un ristorante con clientela di fascia elevata il proprietario della trattoria "Da Mario" non può permettersi il lusso di sottovalutare il pericolo: "Occorre la massima attenzione perchè piazza Mercato è un posto frequentato da diversi tossicodipendenti. Forse ci aiuta il fatto che in un raggio di cento metri si vede benissimo cosa sta accadendo all'interno del locale. Ho quadri e sculture di valore e devo tenere alta la guardia. Mi sono dotato di un servizio di vigilanza notturna ed ho stipulato polizze assicurative per qualsiasi tipo di inconveniente".Praticamente ogni notte i locali del bacino termale vengono monitorati dalle gazzelle dei carabinieri della compagnia di Abano. Un servizio che viene ulteriormente potenziato nei week-end. Eppure i ristorantori non si sentono al sicuro: "Qualche anno fa oltre le dieci di sera - racconta Francesco Tasinato, della trattoria "Al Bosco" - tenevo chiusa la porta e facevo entrare i clienti uno ad uno. Adesso non prendo più questa precauzione. Finora mi è andata bene. Se dovessero farmi visita non opporrei alcuna resistenza. Non voglio mettere a repentaglio la vita di familiari e dipendenti, ma sono teso e preoccupato soprattutto quando si avvicina l'orario di chiusura"."Noi l'abbiamo sempre scampata - afferma Flavio Mengato, contitolare della trattoria "Dal Biondo" - ma siamo all'erta. Ci troviamo in una zona fuori mano e i rischi di visite sgradite sono concreti. Fortunatamente i carabinieri passano spesso nei paraggi. Le uniche precauzioni sono rappresentate dai sistemi di allarme. Abbiamo però preso l'abitudine di chiudere il locale molto presto".