MONTEGROTTO. Cambierà volto il centro di Montegrotto, da troppo tempo in stato di degrado, con i suoi edifici fatiscenti che davvero non rappresentano un adeguato biglietto da visita per una delle più importanti realtà turistiche del bacino. L'amministrazione conta di sottoporre entro la fine dell'anno al vaglio del Consiglio comunale la riqualificazione dell'area che si affaccia sull'antica pieve dell'Oratorio della Madonna; un zona che confina con l'area del palazzo municipale.
«Un piano guida che detterà i criteri d'indirizzo da definire poi con i privati» lo definisce l'assessore ai Lavori pubblici Massimo Valandro. Un progetto ambizioso, sottoposto alla giunta da alcuni dei proprietari di lotti, che richiedono l'autorizzazione alla demolizione e ricostruzione dei loro fabbricati. «Abbiamo visionato il progetto, ritenendolo bello e fattibile - spiega Valandro - e, ovviamente, abbiamo provveduto a dare anche alcune indicazioni di carattere urbanistico». Fra i capisaldi del piano guida, l'abbattimento dello stabile che, attualmente, ospita al pianterreno il bar-pasticceria della famiglia Dalla Bona. Al suo posto sorgerà un'ampia piazzetta; il palazzo verrà ricostruito qualche centinaio di metri più indietro. L'area totale d'intervento, inoltre, verrà suddivisa in sette comparti che raggrupperanno ciascuno dai quattro ai cinque proprietari, per consentire loro di avviare i lavori con un certo di grado di autonomia, senza cioè attendere il consenso dei confinanti. Più o meno lo stesso meccanismo urbanistico previsto per la prima versione dei Comparti centrali di Abano. Valandro è però certo che a Montegrotto non sorgeranno le stesse difficoltà che hanno conosciuto i «cugini», costretti a riporre le «Umi» in un cassetto per la difficoltà dei singoli proprietari a mettersi d'accordo. Non solo la zona è più ridotta, «ma come Comune - sottolinea l'assessore - abbiamo sollecitato che si procedesse a una divisione delle proprietà, prima di dare il nostro parere favorevole». Il secondo importante aspetto riguarda direttamente l'ente locale, intenzionato ad acquisire 700 metri quadri da destinare a uffici, alle spalle dell'attuale municipio, destinato pertanto a sola sede di rappresentanza. «L'accordo prevede una spesa per il Comune di 650 euro al metro quadro, il puro e semplice costo edilizio, che corrisponde a meno di un terzo del valore di mercato di metrature del genere». «I proprietari di immobili che si trovino nelle zone adiacenti all'area d'intervento - puntualizza infine Valandro - qualora vogliano costruire o ristrutturare, dovranno attenersi ai criteri architettonici del piano-guida, per garantire una certa omogeneità». |