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Sabato 23/11/2002 - Mattino di Padova - Eugenio Garzotto

Telefoni caldi a scuola: è scandalo

Bollette alle stelle all'elementare Nievo: il sindaco vuole vederci chiaro

Decine di chiamate al sud e telegrammi-fiume, anche di 1250 parole

MONTEGROTTO. Decine di chiamate a cellulari; telefonate in Campania, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna; raffiche di telegrammi della lunghezza media di 200 parole, con un'incredibile picco a febbraio, con un messaggio che tocca «quota» 1.250 parole.

A quanto pare, qualcuno, alla direzione didattica di Montegrotto, alza la cornetta troppo disinvoltamente. E ora il Comune, che paga le bollette, vuole vederci chiaro. Il sindaco Luca Claudio ha ordinato l'attenta analisi dei rendiconti bimestrali della Telecom degli ultimi due anni. Il pesante sospetto è che qualche funzionario o impiegato della struttura scolastica utilizzi gli apparecchi per scopi personali. A carico però dell'erario municipale. L'istituto comprensivo di Montegrotto torna quindi nella bufera. Dopo la querelle fra il dirigente scolastico Bartolomeo Tribuna e due insegnanti che l'hanno accusato di mobbing, si profila un secondo putiferio. «I costi delle bollette, da mesi, presentano parecchie singolarità - spiega il sindaco Luca Claudio - Si viaggia sui 700 euro a bimestre». Una cifra forse non eccessiva per una direzione didattica che, dalle scuole elementari Ippolito Nievo di via Petrarca, coordina tutti i plessi pubblici di Montegrotto. Salta però all'occhio una stranezza: sono troppe, sul totale, le voci inspiegabili. Che nulla sembrano avere a che fare con le normali attività istituzionali. Claudio fa un paio di esempi: «Nella bolletta del bimestre aprile-maggio di quest'anno figurano telefonate a Napoli, Marsala, Lanusei, Monopoli, Lamezia Terme, Nocera Inferiore, Barcellona Pozzo di Gotto, Salemi e Polistena. Non mi risulta - sottolinea ironico il primo cittadino - che il nostro istituto comprensivo intrattenga rapporti professionali con questi Comuni». A lasciare a bocca aperta, però, è il rendiconto di febbraio sui telegrammi dettati telefonicamente, che da soli totalizzano la cifra di 225 euro: «Hanno tutti - prosegue Claudio - una lunghezza media di 200-250 parole. Uno arriva addirittura a 1.250. Un poema. Sono intenzionato a vederci chiaro. Controllare le spese pubbliche è un obbligo. Non solo per rispetto verso i cittadini, ma anche perché se ne risponde di fronte alla Corte dei Conti». Claudio ha già dato disposizioni agli uffici competenti perché si facciano recapitare dalla Telecom una copia del testo di tutti i telegrammi. «Voglio vedere chi li ha firmati. Per ora non accuso nessuno. Ma dubito che siano stati dettati per ragioni concernenti i normali compiti della direzione didattica». Se i sospetti di Claudio fossero confermati, la conseguenza penali per il disinvolto utente sarebbe un accusa di peculato. E potrebbe scattare il licenziamento in tronco.

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