Ha accumulato oltre seicento ore di lavoro straordinario in due anni. Ora pretende che il Comune gli liquidi le spettanze. Ed è disposto ad imbarcarsi anche in una causa pur di vedere riconosciuti i suoi diritti. Nel frattempo l'amministrazione sampietrina l'ha trasferito d'ufficio modificandogli pure le mansioni. Da tre mesi è stato dislocato al rustico di villa Draghi, dove è diventata operativa la sede di Agenda 21, il progetto per l'ambiente sostenibile. E' la storia di A.S., giovane istruttore amministrativo di categoria C (l'ex-sesta qualifica funzionale), e membro della RSU, la rappresentanza sindacale interna. Da circa tre anni alle dipendenze del Comune di Montegrotto, si è sempre occupato della gestione del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani. Ha vissuto in prima linea l'introduzione del porta a porta. Un sistema di conferimento delle immondizie che inizialmente ha faticato parecchio ad attecchire. In quel periodo - era l'inverno 2000-2001 - A.S. ha probabilmente ecceduto con gli straordinari, accumulando un numero spropositato di ore extra. Nonostante i richiami del suo caposettore che lo invitava a ridurre le prestazioni. Alla fine il dipendente ha presentato il conto. "Invitando" il Comune a saldargli il dovuto. L'amministrazione ha risposto picche. Le prestazioni straordinarie dovevano essere gradualmente recuperate attraverso la riduzione dell'orario di lavoro. Inevitabile l'avvio di un contenzioso. A.S. si è rivolto alla Fps, l'organizzazione del pubblico impiego della Cisl. Senza però ottenere grandi risultati. Da febbraio non si occupa più della raccolta rifiuti. Ed in piena estate l'amministrazione ha dovuto trovargli una sistemazione alternativa alla palazzina dei servizi tecnici. Ad A.S. è stato affidato un ufficio nuovo di zecca, all'interno del rustico di villa Draghi, che si occupa di certificazione ambientale. Il dipendente ha accettato anche un piano di recupero degli straordinari. Attualmente il suo orario di lavoro è ridotto a trenta ore settimanali. Nonostante ciò A.S. ha proseguito la sua battaglia di principio. Pretende che almeno una parte delle prestazioni extra gli venga liquidata con moneta sonante. Ieri avrebbe dovuto riunirsi per l'ennesima volta la commissione di conciliazione. Un impedimento di Ettore Furlan, il sindacalista che lo assiste, ha fatto nuovamente slittare la definizione del contenzioso. Se non si raggiungerà alla svelta una transazione la vicenda approderà davanti al giudice del lavoro. |