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Martedì 17/09/2002 - Mattino di Padova - Eugenio Garzotto

LE LESIONI IN LARGO TRAIANO A MONTEGROTTO

«Ventisei case mal fatte? Troppe»

Residenti delusi dal risultato della perizia sulle abitazioni

Il cantiere di Largo Traiano
MONTEGROTTO. Attendono di avere materialmente a disposizione la perizia degli esperti nominati dal magistrato prima di pianificare le prossime mosse sul piano giuridico. Ma non hanno comunque fatto i salti di gioia i residenti delle vie adiacenti a Largo Traiano alla notizia che il cantiere sarebbe responsabile solo in minima parte delle profonde crepe e fessurazioni comparse, l'anno scorso, in quasi una trentina di villette che sorgono fra le vie Appia e Flaminia.


A parere dei professori Claudio Ceccoli, Guido Gottardi e Marco Savoia, nell'Università di Bologna - nominati dal giudice Rita Bortolotti - sarebbero state danneggiate solo costruzioni che già presentavano difetti di fabbricazione. Una conclusione che ha lasciato stupefatti i componenti del Comitato spontaneo di cittadini che da mesi è impegnato in una vertenza con l'impresa edile «Cavagnis Costacurta» e la società «Nuovo Centroverde», proprietaria del terreno in cui si stanno edificando le palazzine previste dal piano particolareggiato di Largo Traiano. I residenti sostengono che proprio l'azione di emungimento dell'acqua degli impianti Well-Point, iniziato ad agosto del 2001 e protrattosi per tre mesi, avrebbe intaccato la falda sottostante, provocando il cedimento del terreno all'origine della comparse delle fessurazioni. «Abito in una casa che è stata costruita trent'anni fa e che, prima dell'entrata in funzione delle pompe, non ha mai presentato alcun tipo di problemi - commenta amareggiato Nicola Bordin, residente in una graziosa abitazione di via Appia -. Ora mi trovo in casa delle crepe orizzontali decisamente preoccupanti. Non vorrei che alla fine nessuno venisse chiamato a rispondere».

«Io ho subìto danni per circa 8.000 euro - gli fa eco il vicino Maurizio Gambalonga -. Ora aspettiamo di vedere con i nostri occhi il testo della perizia». Anche Gambalonga sottolinea che, fino all'attivazione degli impianti Well-Point, nessun residente aveva mai lamentato la comparsa di lesioni di qualsiasi natura. «Nella mia casa ho registrato crepe leggerissime e, personalmente, ho deciso di non imbarcarmi in alcuna azione legale - sottolinea Bruno Dalla Libera, residente nella parallela via Flaminia - ma so che i problemi di molti miei vicini sono davvero grossi. Del resto questa è una zona di falde; quindi, estremamente fragile. In oltre trent'anni, comunque, fatti simili non erano mai accaduti». A prendere ufficialmente posizione i portavoce del comitato, con una serie di considerazioni: «Innanzitutto, da quanto sappiamo, nella perizia si parla apertamente di un danno stimato in 200.000 euro. Il che significa che una compromissione delle strutture delle abitazioni c'è. Inoltre ci si è basati sulle fessurazioni comparse in sole cinque case, le prime ad essere sottoposte a controlli dai Vigili del Fuoco. In successivi accertamenti fatti dai nostri periti gli edifici lesionati, soprattutto nelle vie Appia e Flaminia e zone limitrofe, risultano ben ventisei». Davvero troppi, per essere stati tutti malamente progettati…

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