Se da un lato è vero che l'emungimento dell'acqua di falda con le pompe well-points ha provocato un lieve e temporaneo cedimento del terreno, è altrettanto vero che la falda freatica è soggetta a variazioni stagionali di livello e che gli edifici "lesionati" soffrono di una patologia fisiologica dovuta all'età e ad una tecnica costruttiva non del tutto ortodossa. Sostanzialmente sono queste le conclusioni cui sono pervenuti i periti incaricati dal giudice Rita Bortolotti di svolgere accertamenti sul cantiere di Largo Traiano. I professori Claudio Ceccoli, Guido Gottardi e Marco Savoia, tutti docenti della facoltà di Ingegneria dell'ateneo di Bologna, concordano nel ritenere che la ripresa dei lavori per il completamento del complesso residenziale non creerebbe ulteriori "disturbi" ai sei fabbricati limitrofi delle vie Appia e Flaminia essendo la situazione stabilizzata.
Si tratta di edifici costruiti all'inizio degli anni Settanta. Tutti, tranne uno, composti di due corpi di fabbrica: il principale dotato di fondazioni a pilastri, il secondario dotato invece di fondazioni superficiali. Un sistema "misto" che era tassativamente proibito in quegli anni. La maggior parte delle lesioni lamentate dai proprietari è concentrata proprio all'altezza dell'unione tra le due parti edificate. Fessurazioni dell'ordine di una decina di millimetri. Alcune - hanno scoperto i periti - addirittura precedenti all'apertura del cantiere, come dimostrato dalle tracce di vecchio intonaco.
È noto come l'emungimento dell'acqua dal sottosuolo, riducendo la pressione, provochi cedimenti superficiali. Ma nel caso del cantiere di Largo Traiano l'entità del cedimento del terreno (due centimetri) è stata ritenuta dai periti accettabile anche in un centro urbano a forte densità abitativa, e a maggior ragione a Montegrotto dove la densità di costruzione è assai inferiore. Il cedimento è stato addirittura largamente al di sotto di quello che si è manifestato nella realizzazione delle metropolitane di Roma e Milano. Secondo i periti il progetto è stato ben concepito. Le abitazioni dove si sono create fessurazioni presentano difetti di progettazione e di costruzione. E in alcuni casi le crepe sono dovute alle variazioni stagionali del livello di falda. Nessun problema di natura strutturale è stato evidenziato dai tecnici, nè pericolo per la stabilità, la funzionalità e la fruibilità degli immobili. Un consiglio ai proprietari: dotare di adeguati giunti i corpi di fabbrica accostati onde evitare in futuro gli ulteriori disturbi che potrebbero derivare dall'assestamento naturale del terreno.
Alla luce dell'esito della perizia disposta dal giudice, tocca al pubblico ministero Maria Ignazia D'Arpa decidere la prossima mossa. Il pm, che ipotizza in linea teorica il crollo colposo, ha sottoposto ad indagine i progettisti Massimiliano Reginato e Daniele Pillan (assistiti dall'avvocato Giorgio Gargiulo), i direttori dei lavori Roberto Rigodanzo e Michele Galesso (difesi dagli avvocati Carlo Augenti e Franco Capuzzo), Piero Mazza, titolare della Nuovo Centroverde, società proprietaria dell'area (tutelato dall'avvocato Ferdinando Bonon) e Giacomo Cavagnis, titolare dell'omonima impresa di costruzioni (con gli avvocati Niccolò Ghedini e Paola Rubini). |