MONTEGROTTO. Il Comune di Montegrotto non procederà alla ricapitalizzazione della propria quota all'interno di Seta Ecologia, l'ex Iride cui la precedente amministrazione, nell'ottobre 2000, affidò il servizio di asporto rifiuti. La decisione è stata formalizzata nell'ultimo Consiglio comunale, dove si è presa visione del bilancio della società, di cui fanno parte dodici comuni.
La scelta è stata spiegata con le vistosissime perdite di budget. A fronte di un capitale totale di 516.546 euro, Seta Ecologia ha registrato un passivo, nel 2001, di 361.500 euro. Un secco segno negativo del 70 per cento tradottosi, per la sola Montegrotto, in un «buco» di 25.705 euro sulla propria quota di 36.722 euro, pari al 7,2 per cento delle azioni. Cifre che hanno fatto drizzare i capelli all'assessore all'Ambiente Giampaolo Tibaldi. «Nel 2000, Seta Ecologia ha registrato una perdita secca di 159.966 euro - esordisce -. Poichè il deficit era inferiore a un terzo del capitale, è stato possibile riportarlo nel bilancio successivo, con la speranza di appianarlo». Ma nel 2001 le cose sono andate in tutt'altro modo, con un ulteriore «rosso» di 201.534 euro. A questo punto, non restava che la ricapitalizzazione. Ma Montegrotto ha deciso di puntare i piedi.
«Siamo convinti che l'aumento di capitale di Seta Ecologia spetti alla casa madre Seta (che riunisce i consorzi Euganeo Berico, Alta Servizi e Tergola), di cui anche il nostro Comune è socio». Altrimenti, si creerebbe una situazione paradossale: Montegrotto aprirebbe, per il medesimo intervento, due volte i cordoni della borsa.
Tibaldi non usa mezzi termini: «Questo bilancio dimostra che i nostri timori erano fondati. Abbiamo sempre contestato l'entrata in Seta. Sarebbe stato preferibile il bando di concorso. Evidentemente, la passata amministrazione ha voluto operare una scelta squisitamente politica».
E argomenta: «La società Aspica, gestrice del servizio fino al 2000, aveva garantito il raggiungimento degli stessi obiettivi di Seta (il 55 per cento dei rifiuti raccolti con il porta a porta) a costi molto minori. Invece oggi spendiamo 130.000 euro all'anno in più». Tibaldi conclude dichiarando che alla scadenza della convenzione, fra un anno e mezzo, si tornerà al sistema dell'assegnazione con bando-concorso.
Insomma, Montegrotto uscirà dal consorzio. |