Che il bacino euganeo sia dotato di uno scalo ferroviario da Terzo mondo è un fatto risaputo. Ne erano però totalmente all'oscuro due disabili, entrambe affette da sclerosi multipla, protagoniste di un'avventura allucinante. Originarie di Ferrara, hanno prenotato una terapia riabilitativa in acqua termale in un hotel di Montegrotto. Ma sono state costrette ad affrontare mille peripezie. Colpa delle biciclette che le due donne avevano deciso di portare con sè, visto che il loro albergo distava un chilometro dalla stazione. In realtà all'andata tutto è filato liscio. Alla stazione di Ferrara gli addetti hanno abbassato la barriera in modo da facilitare l'attraversamento dei binari con i velocipedi. Un operatore si è premurato di caricare le biciclette sul treno. Non solo. Il capostazione ha avvisato via cellulare il capotreno della presenza a bordo di due disabili che dovevano scendere allo scalo di Terme Euganee. Il treno è regolarmente transitato dal primo binario: le due biciclette sono state scaricate in un attimo.
Ventiquattr'ore prima della conclusione del loro soggiorno a Montegrotto le due poverette hanno preso contatto con il capostazione. E' stata un'autentica doccia fredda. Il funzionario delle Fs le ha informate del fatto che non vi erano addetti in grado di aiutarle a salire e a caricare le biciclette. In pratica le disabili avrebbero dovuto arrangiarsi. L'indomani mattina le donne sono tornate alla carica. Si sarebbero accontentate di un supporto per scendere e salire le scale del sottopassaggio. Il bigliettaio ha mostrato loro le chiavi del montacarichi invitandole a farlo funzionare, se ne fossero state capaci. In realtà lo strumento è fuori uso da un pezzo. E nessuno ha mai provveduto a ripararlo: non è più di competenza delle Ferrovie dello Stato. Dovrebbe pensarci il Comune. A quel punto mancava un quarto d'ora alla partenza del convoglio. Le due disabili hanno inutilmente sollecitato l'ausilio di un agente della Polfer: non ce n'era nemmeno uno nei paraggi.
Fortunatamente in loro aiuto è sopraggiunto un passante che le ha aiutate a salire sul treno prima di sobbarcarsi una scarpinata fino all'ultima carrozza, dove erano destinate le biciclette. Sotto gli occhi compiaciuti del capostazione. "Come fa Montegrotto - sostengono oggi le due protagoniste - a proporsi in qualità di centro di riabilitazione motoria per disabili quando il montacarichi della stazione è fuori suo ed il personale si rifiuta di aiutare i passeggeri?". Davvero un ottimo esempio di promozione turistica nella cosiddetta "Città della Salute". |