MONTEGROTTO Si è chiuso con un risarcimento il contenzioso tra l’amministrazione comunale e la Elettrobeton Costruzioni Generali
Ritardi al sottopasso: 206mila euro alla ditta
I lavori in viale Stazione avevano subìto una tappa forzata di cinque mesi per problemi tecnici e politici del Comune
Il Comune scende a patti con la società Elettrobeton Costruzioni Generali. Si è chiuso infatti con una transazione il contenzioso con la ditta appaltatrice dei lavori del sottopasso di viale Stazione. L'amministrazione comunale ha preferito evitare il pronunciamento del giudice civile accordandosi con la controparte: all'Elettrobeton verrà riconosciuto un risarcimento pari a 206.582 euro. «Le prospettive per l'ente locale potevano essere ben peggiori - ha tenuto a precisare l'assessore Massimo Valandro - le richieste della ditta erano ben superiori al miliardo delle vecchie lire».
Per poter procedere al pagamento l'amministrazione è stata costretta a catalogare la cifra come debito fuori bilancio. Successivamente si è provveduto ad individuare la necessaria copertura economica attingendo all'avanzo d'amministrazione 2001 che ammonta a circa 432mila euro. Su richiesta dell'opposizione ulivista che ha espresso voto contrario all'operazione, la delibera verrà inviata anche alla Corte dei Conti.La vicenda risale al febbraio 1997. Mancavano due mesi alle elezioni amministrative quando la giunta leghista appaltò i lavori. Ma il cantiere rimase aperto solo un paio di settimane. Uno scavatore urtò una massicciata a due metri e mezzo di profondità. Fu chiesto l'intervento della Sovrintendenza. Vennero alla luce i resti di una vecchia strada risalente con tutta probabilità all'epoca romana. Fu però con il cambio della guardia in Comune che saltarono fuori problemi ben più gravi. Si scoprì che i lavori erano stati consegnati all'Elettrobeton in via provvisoria. E che al momento dell'appalto non vi erano le condizioni necessarie per una rapida apertura del cantiere. Doveva ancora essere completato lo spostamento dei sottoservizi. La deviazione delle linee dell'alta tensione comportava tempi lunghi. A quest'inghippo si era poi aggiunta la decisione della giunta Cognolato di modificare il progetto, riportandolo alle due corsie originarie. A tappe forzate l'esecutivo approvò e finanziò le spese tecniche aggiuntive e le modifiche progettuali. Il cantiere venne riaperto ai primi di settembre. Con oltre cinque mesi di ritardo sulla tabella di marcia. L'Elettrobeton presentò un conto salato: 953 milioni e spiccioli oltre all'ulteriore danno patito per la mancata costruzione del sovrappasso veicolare in via Marza.