Era il dicembre di due anni fa quando il suo macellaio di fiducia gli aveva proposto l'acquisto di mezza carcassa di una "sorana", una bella manza. Un pensionato, residente a Montegrotto, aveva accettato. Avrebbe riempito il congelatore di casa ad un prezzo assai conveniente. Si era recato nel negozio di Albino Turlon, anch'egli di Montegrotto, e nel retrobottega aveva presenziato al taglio del bovino, condotto con grande maestrìa dal commerciante e da un suo assistente. Le parti più pregiate erano state trasformate in bistecche, filetti, spezzatini, carne da brodo, il resto era finito nel tritacarne uscendone sotto forma di "macinato". Portato il tutto a casa, ci aveva pensato la moglie sessantottenne, con l'aiuto della figlia maggiore, a insacchettare i pezzi e a congelarli. Parte della carne era anche stata distribuita ai parenti. È la metà di febbraio dell'anno scorso. Una notte l'anziana donna comincia ad accusare un forte malessere. Febbre elevata, nausea, dolori alla testa. Il marito la accompagna di corsa alla Casa di Cura di Abano. La diagnosi dei sanitari è tempestiva: meningite di origine batterica, provocata dal Listeria monocytogenes. Un microorganismo assai diffuso, che si moltiplica rapidamente a temperature comprese tra i 3 e i 45 gradi. Se preso in tempo risponde molto bene al trattamento con gli antibiotici. Ma nel caso dell'anziana il prodigarsi dei medici non è bastato a salvarle la vita. La morte è sopravvenuta nel giro di un paio di giorni, il 19 febbraio. Si è mobilitato l'Ufficio di igiene che ha subito contattato la famiglia della vittima. Gli ispettori si sono recati nell'abitazione del pensionato, hanno prelevato dal congelatore i campioni di carne, hanno effettuato alcuni tamponi ambientali soprattutto in cucina. Risultato: la casa è risultata immune, immune anche la "sorana", ma infetti, con una elevatissima presenza del batterio, sono stati riscontrati il macinato e, in misura inferiore, i salami di maiale. Insomma, la carne tritata e lavorata. Il pensionato, a quel punto, ha ritenuto opportuno rivolgersi all'avvocato Alessandro Berlese. Solo un mese dopo il decesso l'Ufficio di igiene ha provveduto ad effettuare anche un'ispezione nella macelleria dov'era stata sezionata la carcassa del bovino. Le analisi sono risultate negative. Nonostante ciò il macellaio è finito nel registro degli indagati, accusato di omicidio colposo. Assistito dall'avvocato Franco Antonelli, risarciti i congiunti della vittima, ha preferito patteggiare dinanzi al giudice dell'udienza preliminare Giuliana Galasso: se l'è cavata con quattro mesi di reclusione con la sospensione condizionale della pena. |