MONTEGROTTO. Ad un anno dall'insediamento della nuova amministrazione dell'Ente Parco Colli Euganei, è tempo di stilare un primo bilancio. Decisamente positivo in due campi: agricoltura e interventi di miglioramento idrogeologico del territorio collinare. I risultati sono stati presentati a Montegrotto dall'assessore Gianni Callegaro, che ha la specifica delega all'agricoltura biologica. Che, in questi dodici mesi, ha conosciuto un vero e proprio «boom», come sottolinea soddisfatto Callegaro: «Sono raddoppiate, passando da quindici a trenta, le aziende che hanno adottato metodi di coltivazione e produzione strettamente biologica. Abbiamo operato di concerto con le associazioni di categoria e contribuendo con finanziamenti». I finanziamenti che sono stati utilizzati sono pari a A 25.000 euro. I risultati non si sono fatti attendere. Le trenta aziende, specializzate nel settore dell'olio, della vite e dei seminativi, riadattando i propri metodi produttivi hanno ottenuto un duplice risultato: «In primo luogo - ha dichiarato l'assessore - spuntando prezzi maggiori sul mercato, vista l'alta qualità del prodotto; nel contempo garantendo una maggiore rispetto dei parametri ambientali». Anche il settore vitivinicolo collinare euganeo non è stato trascurato: «Il Parco ha attivato con il Consorzio vini doc dei Colli un progetto per sperimentare il reinnesto dei tipi di vite autoctona che erano stato stati eliminati dopo la terribile epidemia di filossera degli anni Venti, che aveva rischiato letteralmente di cancellare i produttori locali».
Ora le cose sono cambiate. Il parassita può ancora creare problemi ai viticoltori ma le tecniche per fronteggiarlo si sono decisamente affinate. Il programma, che ha coinvolto sei aziende vinicole dislocate fra il Monte Gemola, nella municipalità di Baone, e Vò Euganeo, sta già dando ottimi risultati. «Finora - ha proseguito Callegaro - i vini delle nostre zone sono stati realizzati principalmente con uvaggi che non provenivano da questa area». I vitigni reimpiantati in via sperimentale sono quelli della «Pataresca», del «Corbinello» e del «Corbinone», di fatto scomparsi dalle nostre zone da oltre ottant'anni, anche se se ne conserva ancora la memoria. L'iniziativa ha comportato finora, per il Parco, un esborso di 17.500 euro. Buone notizie anche per quel che riguarda le opere di riassetto idrogeologico del territorio. «A fronte di un impegno di bilancio di 100.000 euro - ha proseguito soddisfatto l'assessore Callegaro - siamo riusciti a ottenere finanziamenti dalla Regione per 750.000 euro». Fra i principali interventi effettuati con i contributi regionali, la sistemazione della strada Cingolina, nel territorio di Galzignano, e specifici programmi di riassetto anti-frane nella frazione di Turri, a Montegrotto, e a Vò Euganeo. |