ABANO. Strategie promozionali sbagliate. Una visione del mercato obsoleta. Un'idea delle Terme Euganee che fa a pugni con una realtà in continuo mutamento. L'incapacità da parte dell'imprenditoria locale di comprendere un panorama del tutto diverso da quello cui è tradizionalmente abituata da almeno trent'anni. Queste sono le cause principali della pesante flessione turistica d'inizio 2002 (solo ad aprile, in media - 17% di arrivi e - 11 % di presenze) a parere di un albergatore che se ne intende.
Agostino Braggion, titolare del prestigioso Relilax Miramonti di Montegrotto, ex presidente dell'Azienda di promozione turistica e per molti anni numero uno dell'Associazione di categoria sampietrina, non usa mezzi termini. Sparando a zero contro il Consorzio di promozione Terme Euganee in mano a Massimo Sabbion, dal quale se n'è andato polemicamente un paio di anni fa. Proprio per divergenze sulle scelte strategiche.
«Il Consorzio non ha capito che sta prepotentemente emergendo una clientela che al termalismo chiede servizi diversi dal passato - esordisce Braggion -. Un ospite di nuova generazione sensibile all'offerta salutistica e preventiva più che a quella tradizionalmente curativa. Qui, invece, si è ancora fermi a una visione del termalismo ospedalizzata, secondo la quale si viene nei nostri hotel solo quando compaiono i primi sintomi dell'artrosi o dell'artrite».
Una mentalità, secondo Braggion, che ormai ha fatto il suo tempo. Ma che è ancora quella dominante in molti imprenditori del settore. Di fatto il mercato euganeo è troppo dipendente da una clientela sempre più anziana, che si appoggia a servizi sanitari nazionali e casse mutualistiche che possono d'improvviso ridurre o bloccare il pagamento della propria quota di contribuzione (com'è accaduto in Germania), con un'inevitabile «reazione a catena» che si ripercuote sull'intero comparto. «Bisogna invece puntare anche su un pubblico prevalente sano e più giovane - prosegue Braggion - che utilizzi idro e fangoterapia per mantenere un'ottima forma fisica». E questo, finora, non s'è fatto. O s'è fatto poco e male. In quanto alla «picchiata» di aprile, che molti albergatori giudicano fisiologica Braggion è categorico: «Tendenze del genere sono facilmente prevedibili, anno per anno. Se sai che dopo Pasqua vai incontro a un calo di ospiti, organizzati per proporre pacchetti speciali di soggiorno che coprano quel periodo. Se invogliato, il cliente viene. Nel nostro albergo, l'abbiamo fatto. E non abbiamo registrato alcuna flessione». |