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Mercoledì 24/04/2002 - Gazzettino - Luca Ingegneri Luca Ingegneri

Rischia di finire definitivamente in un cassetto il progetto della nuova circonvallazione delle acque.

Montegrotto Terme
Rischia di finire definitivamente in un cassetto il progetto della nuova circonvallazione delle acque. E' trascorso oltre un anno dall'annuncio dell'imminente avvio della gara d'appalto. L'iter amministrativo dell'attesissima opera langue in una fase di stallo. Sarebbero almeno tre le ragioni che stanno ostacolando le procedure di affidamento dei lavori. Le riassume Aldo Trescato, il consigliere comunale leghista da sempre critico nei confronti dell'intera operazione: "Il Consorzio Bacchiglione Brenta - spiega - si è reso conto che l'importo previsto, circa sette milioni di euro, rende necessaria l'indizione di una gara aperta alla Comunità Europea. Peccato che il finanziamento non sia ancora stato completamente individuato. A quanto mi risulta vi sono disponibili appena tre milioni di euro. Credo inoltre che il Consorzio non voglia rischiare di incappare in altri errori - aggiunge Trescato - visto che la Procura regionale della Corte dei Conti ha aperto un'inchiesta".


Difficile ipotizzare a questo punto i tempi di apertura dei cantieri. Anche perchè il Bacchiglione Brenta non ha ancora raggiunto alcun accordo con i circa settanta espropriandi. A fine gennaio si sono visti notificare gli avvisi relativi all'avvio delle procedure per l'occupazione d'urgenza delle aree. Le due famiglie maggiormente danneggiate non hanno perso tempo nel rivolgersi alla giustizia amministrativa. Assistiti dagli avvocati Creuso, Lago e Calegari, Leone Turlon e Giuseppina Tognato hanno inoltrato un ricorso al Tar sollecitando l'annullamento del progetto definitivo di diversificazione del Rialto e degli atti di esproprio. Alla base della richiesta ci sarebbe un grossolano errore nell'iter amministrativo. I ricorrenti, entrambi proprietari di appezzamenti di terreno in via Circonvallazione, sostengono che la comunicazione di avvio delle procedure d'esproprio avrebbe dovuto avvenire prima dell'approvazione del progetto definitivo.


A questo punto le scelte del consorzio non sarebbero più modificabili. E gli espropriandi non avrebbero più alcuna voce in capitolo. L'ultima versione del progetto, che prevede il mantenimento del ponte esistente attraverso la deviazione del corso d'acqua e la realizzazione di un altro manufatto, non avrebbe inoltre ottenuto la certificazione della valutazione di impatto ambientale.

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