"Ci vuole il coraggio di essere persone inadeguate a un orizzonte culturale che non ci condurrà da nessuna parte. E io voglio avere questo coraggio con voi di essere inadeguato ad una cultura che guarda solo all'immagine, all'apparenza, ai soldi, al potere". Lo ha detto don Luigi Ciotti ad un pubblico attento e partecipe che ha gremito, molte le persone assiepate in piedi contro i muri, il Palazzo del turismo della città termale. Una serata organizzata dal Patronato San Pietro in collaborazione con la consulta delle associazioni e con la cooperativa Nuove Idee inserita in un ciclo di incontri con il creatore del gruppo Abele, che si chiuderà sabato a Monselice con una grande kermesse dedicata ai giovani.
E proprio dai giovani che "non sono il nostro futuro ma il nostro presente, che ci chiedono risposte immediate dalle quali non dobbiamo fuggire", è partito don Ciotti per tracciare una panoramica dello stato attuale della società. Quei giovani che "hanno bisogno di calare il virtuale nel reale trovando adulti consapevoli". Don Luigi ha sottolineato che la questione giovanile deve essere al centro dell'agire non solo quando diventano protagonisti di fatti tragici alla ribalta della cronaca ma anche quando sono apparentemente tranquilli "non fanno rumore - come ha detto - ma sono periferici sia nell'agire ma ancor di più nella loro testa. Isolati dal mondo esterno in quello che definiamo disagio dall'apparente normalità. Quello che ha prodotto 120.000 casi di anoressia nel 2001 rispetto al 2000. Quelli preda dell'alcool o della droga".
Don Ciotti ha toccato anche i temi della sicurezza, dell'immigrazione, dell'accoglienza e della solidarietà esortando tutti a fare sintesi di queste cose non di fossilizzarsi in un solo aspetto delle questioni perché potrebbe diventare pericoloso. Provocando una palpabile emozione in tutti i presenti ha spiegato che tutti dovrebbero, come ha sempre provato anche se non sempre gli è riuscito, "Cercare di saldare la terra al cielo". |