In quel tragico schianto hanno perso il loro unico figlio. L'immenso dolore di Giuseppe Schipani e Cristina Turlon è pervaso in questi giorni da un sentimento di rabbia. Da quando hanno appreso che all'investitore è stata sospesa la patente di guida per soli due mesi. I genitori di Riccardo Schipani hanno scritto al prefetto manifestando tutto il loro disappunto per un provvedimento sproporzionato rispetto alla gravità dell'incidente. Una convinzione basata sulle risultanze dell'inchiesta coordinata dal pubblico ministero Paolo Fietta, che non ha dubbi nell'attribuire le responsabilità dell'accaduto esclusivamente a M.B., vent'anni, di Galzignano. Il perito della Procura ha accertato che al momento dell'urto l'Alfa Romeo 147 del giovane viaggiava ad una velocità di 108 chilometri orari, più del doppio di quanto consentito lungo la provinciale 74 via Caposeda. Qualora avesse rispettato i limiti di velocità M.B. sarebbe stato in grado di arrestare il veicolo quattordici metri prima del tremendo impatto con la mountain bike di Riccardo Schipani, che procedeva nella direzione opposta.
"Vi erano tutte le condizioni di tempo e di visibilità - scrivono i genitori - perchè il sinistro che ci ha portato via violentemente nostro figlio non si verificasse. Purtroppo non è stato così".
Dalle dichiarazioni raccolte dai carabinieri emergerebbe con chiarezza la condotta irresponsabile dell'investitore: "Alcune decine di minuti dopo l'incidente - si legge nella missiva inviata al prefetto - ha cercato di giustificarsi dicendo di aver visto due persone in bicicletta mentre stava iniziando un sorpasso, di non ricordare di averne investiti uno o due, e di essersi accorto del fatto che le due biciclette non avevano i fanali accesi". M.B. dichiara insomma di aver iniziato il sorpasso nonostante avesse visto dei ciclisti sopraggiungere dal lato opposto e di avere proseguito la sua corsa lungo una strada larga sei metri, in cui si incrociano a malapena due veicoli. Tra poche settimane i genitori di Riccardo rivivranno il dramma di quella serata del 24 agosto davanti al giudice per l'udienza preliminare. "Tenuto conto del fatto che potrà patteggiare la pena - sostengono i genitori della vittima - cosa gli resterà di quel fatto provocato dalla sua condotta colposa ed omissiva nel quale è rimasto ucciso nostro figlio? Perchè non venga meno la nostra fiducia nelle istituzioni e perchè il sacrificio di Riccardo non sia vano chiediamo un provvedimento di equità e giustizia" |