Antenne, tutto da rifare. Il Tar del Veneto ha accolto il ricorso di Blu bocciando l'intero regolamento comunale sull'installazione degli impianti di telefonia cellulare. La pronuncia dei giudici amministrativi ricalca un'impostazione giurisprudenziale largamente prevalente. Si ribadisce che i Comuni non hanno alcun potere nel disciplinare la localizzazione delle antenne secondo norme di carattere igienico-sanitario.
In tema di salute pubblica tali funzioni sarebbero delegate a Stato e Regioni. Il Tar concede agli enti locali piena autonomia unicamente sotto il profilo urbanistico ed edilizio. Un potere che esiste comunque solo sulla carta. Rivestirà un effettivo significato solo quando la Regione Veneto avrà approvato una volta per tutte gli indirizzi generali che disciplineranno la materia. Fino ad allora i Comuni avranno sostanzialmente le mani legate.I giudici amministrativi veneti non hanno tenuto conto del precedente pronunciamento con cui il Consiglio di Stato aveva dato ragione all'amministrazione sampietrina, riconoscendo la legittimità delle norme regolamentari. Ad innescare il contenzioso era stata l'ordinanza con cui il capo dell'ufficio tecnico aveva negato l'autorizzazione all'installazione di una stazione radio-base per la telefonia cellulare sul tetto dell'hotel Garden. Il colosso telefonico Blu si era rivolto al Tar ottenendo la sospensiva, poi annullata dal Consiglio di Stato. Esaminando il ricorso nel merito i giudici veneti hanno ancora una volta sposato le tesi di Blu.
Il Comune non sembra comunque disposto ad arrendersi. E' probabile che la concessione venga ancora negata, in vista di un nuovo appello al Consiglio di Stato. Senza uno straccio di regolamento l'amministrazione sampietrina sarebbe facile preda dei colossi telefonici. La normativa fissava infatti disposizioni molto precise per la collocazione di ripetitori di telefonia mobile. Si faceva espresso divieto di collocare le antenne in zone residenziali ed alberghiere, nelle vicinanze di scuole di ogni ordine e grado e nei parchi pubblici. In pratica il 90\% del territorio sampietrino era stato messo al riparo dai possibili rischi derivanti dall'esposizione alle onde elettromagnetiche. |