MONTEGROTTO. E' di nuovo scontro fra Gianni Genghini, portavoce dei Verdi euganei, e Giampaolo Tibaldi, assessore all'Ambiente. Oggetto della diatriba, la potatura dei platani in corso lungo la Circonvallazione Ovest e in via Caposeda. Secondo l'ambientalista alcuni alberi sarebbero stati colpiti dal «cancro colorato» (detto anche «cancro del platano»), e bene avrebbe fatto il Comune a procedere allo sfalcio dei rami e del fogliame. Ma ora il rimedio rischia di risultare peggiore del male. «Abbiamo visto con i nostri occhi - denuncia in un comunicato ufficiale - che alcune persone, con auto e furgoni, stavano prelevando le ramaglie abbandonate sul ciglio della strada e nel fossato attiguo, invece di essere conferite in discarica. Se vengono accatastate vicino ad alberi simili, la malattia si diffonderà a macchia d'occhio nei giadini pubblici e privati». Insomma, il Comune, non controllando il lavoro delle due ditte aggiudicatesi l'appalto, starebbe favorendo una sorta di «epidemia». Una conclusione che ha fatto andare fuori dai gangheri Tibaldi. «Non è la prima volta che Genghini parla senza cognizione di causa. Gli alberi non sono malati. Lo certifica il Servizio fito-sanitario regionale, da noi informato prima dell'avvio della normale potatura, che non veniva effettuata da due anni. Alcuni esperti hanno svolto un sopralluogo un mese fa per verificare lo stato di salute dei platani». Il rapporto, consegnato il 17 gennaio, poco prima dell'inizio dei lavori, non lascia adito a dubbi e recita testualmente: «I platani si sono rivelati senza sintomi evidenti di cancro colorato». «A questo punto - conclude Tibaldi - chiedo un colloquio con Genghini. Io ricevo ogni giovedì dalle 10 alle 12. Che questo signore si informi, prima di lanciare accuse infondate, come gli capita spesso». Poche settimane fa l'ambientalista aveva accusato l'amministrazione sampietrina di non investire una lira per il parco di villa Draghi e le piste ciclabili. Gli aveva risposto Tibaldi, elencando i progetti in fase di attuazione e già in cantiere.
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