MONTEGROTTO. «Una stima ufficiale è difficile da fare, per il momento, ma penso che ci vorranno almeno un paio di miliardi per rimettere completamente in sesto le strutture sportive della nostra città».
E' decisamente pessimista il neo assessore allo Sport Nicola Pellizzari (la delega gli è stata conferita poche settimane fa dal sindaco Luca Claudio e va ad aggiungersi ai referati a Commercio e Protezione civile), reduce da un primo sopralluogo agli impianti agonistici di Montegrotto. «Dire che c'è da mettersi la mani nei capelli è un eufemismo - esordisce -: la situazione è pietosa. Dovremo lavorare a lungo, e spendere parecchi soldi, per rimediare a tutti i danni delle passate amministrazioni».
La fatiscenza di palestre, campi da calcio e spogliatoi è stato sin dall'inizio un «leit-motiv» della giunta sampietrina contro i predecessori, accusati di una gestione quantomeno improvvisata e miope. Ora, Pellizzari ha deciso di alzare il tiro.
«Gli impianti di via Del Santo sono completamente chiusi - prosegue l'assessore - e il campo e gli spogliatoi sono impraticabili e fatiscenti. Non parliamo poi del rettangolo verde di piazza Mercato, ridotto a una pozza di fango abbandonata a se stessa. L'unico area di gioco tenuta abbastanza bene è quella di Mezzavia».
Ma il «bersaglio» più grosso Pellizzari l'ha tenuto per ultimo: la palestra delle scuole di Mezzavia. «Chi ci ha preceduto ha buttato dalla finestra la bellezza di un miliardo per un impianto troppo piccolo, che non può essere omologato per partite di calcetto, basket e volley. Al massimo, lì dentro potrebbero giocarci a Monopoli. E come se non bastasse, hanno speso una fortuna per una centrale termica da film di fantascienza - accusa - in un edificio inevitabilmente destinato alla sottoutilizzazione». Tutto questo - ed è il dato che fa più imbestialire Pellizzari - in una città che pullula di società sportive costrette ad allenarsi altrove per mancanza di spazi. «Ho incaricato l'Ufficio tecnico - conclude l'assessore - di valutare la possibilità di ampliare la palestra. Una situazione del genere non è francamente tollerabile. Soprattutto per chi, come noi, crede nel turismo sportivo». |