MONTEGROTTO. Il confronto fra amministrazione e genitori degli alunni delle materne, elementari e medie di Montegrotto sull'aumento delle tariffe del servizio mensa, svoltosi ieri alla «Ruzzante» di Mezzavia, si è concluso, sostanzialmente, con un nulla di fatto. La giunta non intende riabbassare i canoni. Al massimo, si è detta disponibile a ritoccare le quote a carico delle famiglie, ora differenti da plesso a plesso, così da garantire una maggiore equità. Nonché a creare un tavolo di consultazione permanente con la controparte che valuti, di volta in volta, le priorità del settore scolastico. «Non possiamo modificare un appalto pubblico - ha sottolineato il sindaco Luca Claudio, presente assieme agli assessori Massimo Bordin, Paola Greggio e al consigliere delegato alla Pubblica istruzione Luisa Bresciani - senza rischiare sanzioni dalla Corte dei Conti. Ma ci impegniamo a investire i maggiori introiti nell'ammodernamento delle strutture».
La promessa non ha però suscitato grandi entusiasmi fra quasi tutti i presenti all'incontro, che continuano a ritenere assolutamente ingiustificati i recenti rincari (per le materne di 900 lire a pasto, di 750 per le elementari e di 160 per la media «Vivaldi»). A complicare ulteriormente la polemica, concorre un vero e proprio balletto di cifre. Secondo l'assessorato al Bilancio, il Comune finora spendeva 290 milioni a fronte di un ricavo di 145; con gli aumenti, ne incasserà altri 50. I genitori di Mezzavia sostengono invece che, mantenendo i vecchi canoni, la giunta arriverebbe addirittura a risparmiare. A loro dire, la differenza nel 2001 è stata infatti di 120 milioni. Che quest'anno si ridurrebbe però a 105, grazie soprattutto ai cinquanta bimbi in più che usufruiscono della mensa. E che permettono, così, una più ampia ripartizione delle spese fisse pro capite. «Insomma - ha sintetizzato un genitore - con gli stessi soldi, garantiscono un numero maggiore di pasti e risparmiamo. E allora, perché insistono a voler gravare sul bilancio delle famiglie?». |