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Venerdì 16/11/2001 - Gazzettino - Luca Ingegneri

Abita al primo piano di una vecchia costruzione in via Campagna Bassa. Le due ripide rampe della scala non gli consentono di uscire

Anziano dializzato prigioniero in casa da 4 anni

Si è rivolto al sindaco che ha lanciato una gara di solidarietà. Claudio ha scritto anche ad agenzie e associazioni

Da oltre quattro anni non riesce più a mettere il naso fuori da casa. Quella maledetta scala in ferro gli impedisce qualsiasi contatto con il mondo esterno. Sabino Baù, sessantasette anni, una vita trascorsa nei cantieri della penisola, non accampa grandi pretese. Vorrebbe solamente abitare in un appartamento al pianterreno con un piccolo giardino. In modo da poter fare quattro passi appoggiandosi al bastone.L'ex-muratore è in dialisi da una quindicina d'anni. Le sue condizioni si sono però aggravate in epoca più recente, a causa di alcuni scompensi cardiaci. Tanto da non riuscire più a spostarsi in maniera autonoma. Gli è stato riconosciuto un grado di invalidità del 100\%. Non ha però ancora ottenuto l'indennità accompagnatoria. Ed è praticamente costretto a trascorrere le giornate tra la poltrona ed il divano di casa. Sabino Baù vive con la moglie in un alloggio al primo piano di una vecchia casetta di via Campagna Bassa. Le due ripide rampe di scale che collegano l'appartamento alla strada sono diventate ormai un ostacolo insormontabile. Se ne sono resi conto anche gli infermieri della Croce Verde che per ben tre volte alla settimana lo conducono al reparto di nefrologia dell'ospedale di Padova per le cure del caso. Alle cinque del mattino di ogni lunedì, mercoledì e venerdì l'ex-muratore viene adagiato su una lettiga e trasferito in ambulanza al nosocomio cittadino."Gli scalini sono troppo alti - racconta l'anziano - e da solo non ce la faccio più a scendere. Siamo in affitto e non possiamo pretendere che il proprietario abbatta la scala". Baù si è rivolto allora al sindaco. Che ha pensato bene di lanciare una gara di solidarietà rivolgendo un appello alla cittadinanza. "Questa prigionia forzata - sostiene Luca Claudio - corrisponde ad un calvario umano che potrebbe essere notevolmente alleviato da una casa a pianterreno con un piccolo scoperto verde dove trascorrere qualche ora durante le sere primaverili ed estive con la possibilità di muoversi autonomamente". Claudio ha scritto alle agenzie immobiliari e alle associazioni di categoria di artigiani e commercianti. L'appello viene però rivolto anche ai privati. Con l'obiettivo di reperire un alloggio di dimensioni ridotte (un paio di stanze, bagno e cucina) purchè sprovvisto di barriere architettoniche. L'anziana coppia, che campa con la modesta pensione dell'ex-muratore, è disponibile a pagare un canone d'affitto mensile non superiore al mezzo milione.

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